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Giuseppe Galati

Giuseppe Galati
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Salve,
scrivo riguardo la proposta di legge dell’intergruppo parlamentare, a prima firma Giachetti n°3235 “Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati” assegnata alla Commissione Giustizia.Riconosco che l’Italia è nella bizzarra situazione di trattare sempre le questioni legate ai diritti civili come se queste fossero altro. Ad esempio, la cannabis viene trattata come un problema di ordine pubblico, ma non lo è mai stato, e le origini dell’accanimento verso tale sostanza trae le sue origini nella lontana vicenda del “barcone” (1970) orchestrata, oggi diremmo, da una informazione mediatica completamente tendenziosa e faziosa. Di fatto, non vi sono fatti reali che condannino l’uso di tale sostanza, la quale continua da sempre a curare le persone che ne fanno un uso consapevole (perchè l’abuso di qualsiasi sostanza è spesso già condannato dalle vigenti leggi, tranne forse l’abuso del cibo e di altre sostanze ritenute perfettamente prive di rischi quando non lo sono assolutamente, vedi i casi storici dell’amianto, delle pitture al piombo, e via dicendo).
Io non riesco a capire i motivi di chi si oppone alla legalizzazione, la quale lascia i proventi di un mercato nero ormai consolidato, ed in continua espansione, alla criminalità, là dove una efficace regolamentazione avrebbe già portato innumerevoli benefici alla economia nazionale. Ho provato pertanto a seguire il discorso logico delle nazioni europee dopo aver visto attuare atteggiamenti sanzionatori, o ricatti, verso l’Olanda, la quale nel corso degli anni ha ceduto la propria politica della tolleranza (pur mantenendo sempre illegale la cannabis e senza mai averla legalizzata nemmeno per un giorno), ma non esistono fatti, nè conseguenze positivie che giustifichino le imposizioni attuate dai paesi proibizionisti nei confronti delle economie più aperte. Il danno era infatti solo a discapito delle nazionalità chiuse e proibizioniste, che hanno salvaguardato i propri mercati interni in quanto avevano tutto da perdere e niente da mettere sul tavolo della negoziazione, tranne il bluff di una ritorsione economica che oggi vediamo continua a causare le ovvie conseguenze negative in un Europa, purtroppo, giammai unione di popoli ma, sempre più evidente ormai, unione solo di interessi privati. Quindi, perchè non fa parte anche lei delle persone che vogliono vedersi riprendere una posizione di certa autorità all’interno non solo della nazione, strappando un mercato florido alla criminalità nemica dello Stato, ma anche a livello europeo, ammesso che i futuri sviluppi garantiscano una situazione stabile dell’unione così come è? Voterà davvero a favore del proibizionismo quando il disegno raggiungerà l’aula?

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